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Informazione: cosa emerge dall’Osservatorio Agcom

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato la prima edizione dell’Osservatorio sul sistema dell’informazione, uno strumento che intende analizzare, con cadenza annuale, le dinamiche dell’offerta e del consumo di informazione in Italia. L’Osservatorio nasce con l’obiettivo monitorare e comprendere, in chiave diacronica, le componenti del sistema informativo italiano, in un contesto di profonde trasformazioni delle modalità di generazione e fruizione delle notizie. 

L’edizione 2025 si sviluppa attraverso tre filoni di indagine: 

  • un’analisi della fruizione di contenuti informativi su tutti i mezzi di comunicazione: televisione, radio, quotidiani e internet; 

  • l’esplorazione dei temi della fiducia e dell’affidabilità, elementi centrali nel sistema dell’informazione, in grado di impattare sull’uso dei mezzi di comunicazione a scopo informativo da parte del pubblico e di modellare le percezioni e le preferenze degli individui;

  • un’analisi dell’offerta informativa della televisione tradizionale, in particolare la sua distribuzione tra telegiornali e programmi c.d. “Extra TG” nelle principali emittenti nazionali. 

Nei principali risultati, l’Osservatorio rileva che nel 2023, internet è diventato il principale mezzo di informazione per gli italiani, superando la televisione: un italiano su due utilizza internet per informarsi e tale tendenza è confermata anche per il 2024; in particolare, social media, motori di ricerca e siti web/app di quotidiani e periodici risultano le principali porte di accesso all’informazione. I quotidiani, nel loro formato cartaceo, proseguono nella dinamica di riduzione: poco più del 17% degli italiani dichiara di leggerli, solo il 6,6% dichiara di avere un abbonamento a pagamento a uno o più quotidiani nella versione digitale e poco più del 14% manifesta la volontà di abbonarsi in futuro.

Il 50,5% di coloro che sono iscritti ad almeno un social network, grazie ai sistemi di allerta (notifiche) e al “passaparola virtuale” nella propria rete di contatti, dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni prima sui social che su altri mezzi di comunicazione.

Gli ultrasessantacinquenni commentano le notizie e partecipano più attivamente alle discussioni rispetto al resto della popolazione, mentre la propensione a condividere/postare il link di notizie è simile alle fasce più giovani della popolazione (dai 14 ai 34 anni).

Il 65,6% della popolazione dichiara di avere un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione; un terzo nutre alta fiducia. I mezzi tradizionali (televisione, radio e carta stampata) risultano le fonti informative in cui i cittadini ripongono maggiore fiducia. Segue il passaparola, nel quale il 35% circa della popolazione ripone alta fiducia. 

Minore è la fiducia nei mezzi digitali complessivamente considerati; in particolare circa il 30% della popolazione nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media, così come per quelli provenienti dalle piattaforme di condivisione di video. I giovani tra i 14 e i 24 anni mostrano una minore di fiducia nei confronti di almeno uno tra i mezzi di comunicazione. Con riferimento ai mezzi digitali, i più giovani e gli ultrasessantacinquenni (una persona su cinque) asseriscono di non aver alcuna fiducia nelle fonti informative online.

L’atteggiamento dei giovani e degli anziani è differente per i mezzi tradizionali: il 17% dei giovani non vi ripone fiducia, mentre la percentuale scende al 7,8% per gli ultrasessantacinquenni.

Gli influencer sono considerati affidabili dal 2,2% della popolazione, percentuale che sale solo al 4,6% per la fascia di età tra i 14 e i 24 anni.

Durante il periodo 2019-2024, i palinsesti dei telegiornali e dei programmi di approfondimento hanno dimostrato una grande elasticità di risposta agli eventi contingenti, come la pandemia e l’invasione dell’Ucraina. Ad esempio, durante la pandemia, l’offerta informativa sui temi medico-scientifici è aumentata significativamente. 

Nell’intervallo temporale analizzato, i TG hanno prodotto mediamente tra il 30% e il 35% dell’offerta informativa complessiva e i programmi Extra TG tra il 65% e il 70%. Politica, Esteri e Cronaca sono gli argomenti più trattati sia dai TG, sia dai programmi Extra TG, rappresentando i due terzi del tempo dedicato all’informazione. Il tempo dedicato agli Esteri è aumentato notevolmente (il relativo peso quadruplica rispetto agli anni precedenti: 24,8% nel 2022 vs 6,5% medio nel periodo 2019-2021) durante l’invasione dell’Ucraina e restando elevato anche negli anni successivi per la crisi in Medio Oriente.

In considerazione dei differenti scopi informativi, il peso del tempo di argomento per i singoli temi differisce nei TG e nei programmi Extra TG: argomenti come la Politica e l’Economia negli Extra TG hanno un peso maggiore rispetto ai TG (40,5% vs 23,4% in media nel periodo 2019-2024 per la Politica; 9,5% vs 6,8% per l’Economia), mentre la Cronaca (19,9% vs 13%), gli Esteri (18,7% vs 9,6%) e lo Sport (6,6% vs 0,6%) hanno un peso maggiore nei TG rispetto ai programmi Extra TG.

 Fonte: www.agcom.it