Anche Uncem-Unione Nazionale dei Comuni, Comunità ed Enti Montani si è messa in moto per denunciare un problema dibattuto da lungo tempo: quello delle aree non coperte da segnale di telefonia mobile (ndr: “comunicatori e comunicazione” ne aveva già parlato).Il gap, che pesa sulle spalle dei cittadini, delle imprese e dei servizi pubblici coinvolge un primo elenco di 1.220 Comuni italiani e relativi borghi, frazioni, strade, zone del territorio nelle quali telefonare, mandare un messaggio, usufruire di Internet è impossibile o quasi.
Dove manca il segnale e dove esistono difficoltà di collegamento, rileva Uncem, vengono favoriti spopolamento e desertificazione commerciale, il lavoro entra in crisi, non si può fruire di servizi digitali per agevolare le pratiche.
Tre sono le sollecitazioni di Uncem. La prima riguarda l’obbligo di ampliare le aree coperte e raggiungere la totalità del territorio nazionale. Oggi la copertura è misurata al 95% della popolazione ma il dato non considera che il restante 5% vive nel 15% del territorio del Paese. In pratica gli operatori devono installare più impianti. La seconda è dare il permesso ai Comuni, o ai privati e alle imprese, che vogliono acquistare ripetitori, di installarli e inserirli sulla rete. La terza richiesta è di individuare, nella programmazione 2021-2027 dei Por Fesr delle Regioni, risorse economiche per i ripetitori telefonici, come già avvenuto in Emilia-Romagna.