Serve un salto di qualità nell'approccio all'intelligenza artificiale, fondato su una visione complessiva di tutti gli interessi e gli attori in gioco, con una prospettiva di intervento globale. La soluzione non è la sola regolamentazione, ma occorre puntare ad una formazione al digitale come primo strumento per la democratizzazione dell'AI e di abbattimento dei rischi.
Queste le raccomandazioni venuti dagli esperti, del mondo pubblico e privato e del mondo accademico, durante lo “State of Privacy – Focus sull'IA”, evento organizzato a Firenze dal Garante per la protezione dei dati personali.
Dagli esperti sono giunte una serie di indicazioni. La prima riguarda la necessità, in un mondo globalizzato, di non affidarsi a regolamentazioni esclusivamente nazionali. Serve poi un maggiore coordinamento tra le istituzioni, nazionali e sovranazionali, nel governo dell'IA. Occorrono anche strumenti di soft law per ridurre la distanza tra norme e vorticoso sviluppo tecnologico e più che nuove norme, sere mettere in campo nuovi strumenti di crescita culturale, come la formazione delle persone, con l'obiettivo di insegnare loro a vivere e a tutelarsi nel nuovo ambiente digitale. Infine, la necessità di una visione globale ed integrata della cybersicurezza, non legata solo ad aspetti tecnici e specialistici, ma considerata come garanzia di tutela dei diritti nel cyberspazio.
Fonte: www.garanteprivacy.it