L'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) ha condotto l'indagine “L'intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione” per censire i progetti di Intelligenza Artificiale (IA) nelle Pubbliche Amministrazioni centrali e nei gestori di servizi pubblici nazionali.
L'indagine - realizzata mediante un questionario strutturato - ha visto la partecipazione di 108 organizzazioni su 142 contattate (76%), di cui 45 hanno avviato progetti IA. Sono stati censiti 120 progetti, 50 dei quali su infrastrutture sociali e 70 in altri ambiti.
L'indagine ha permesso di indagare numerosi aspetti legati a tecnologie, finanziamenti, modalità di procurement, stakeholder, impatti, criticità e sfide. Il 42% dei progetti di IA nelle PA mira a migliorare l'efficienza operativa, il 24% a potenziare la gestione dei dati e il 18% a ottimizzare l'accesso ai servizi.
Circa il 75% ha un'estensione nazionale, ma non mancano iniziative sovranazionali. Le tecnologie più usate sono il Machine Learning tradizionale e, in crescita, l'IA generativa per testi e linguaggio naturale. Oltre il 60% dei progetti include chatbot e assistenti virtuali.
I dati per l'addestramento provengono soprattutto da banche dati interne, talvolta includendo dati personali o sintetici. Si rileva scarsa attenzione alla qualità dei dati, con possibili impatti negativi sull'affidabilità.
Dall'analisi dei progetti IA emerge una serie di raccomandazioni per un'adozione più efficace e sostenibile nella PA. Si suggerisce di puntare su tecnologie affidabili e a basso impatto ambientale, integrandole nei sistemi informativi esistenti.
È fondamentale migliorare la qualità e la gestione dei dati, garantendo accuratezza, interoperabilità e rispetto della privacy.
Il procurement pubblico va innovato, semplificando l'accesso alle soluzioni IA e promuovendo gare dedicate precedute da progetti pilota. La pianificazione deve essere strategica, con obiettivi chiari, KPI definiti e attenzione alla scalabilità.
Fonte: www.agid.gov.it